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La raccolta di Vittorio Banda si apre con un tributo a Diogene di Sinope, il filosofo che, si dice, abitasse in una botte e andasse in giro per Atene con una lanterna in mano, alla ricerca dell'uomo. L'autore ripropone gli stessi problemi: vuole trovare "n'omo che avesse la conoscenza infinita d'essere 'na creatura debole e finita". Sa, e lo dice, che probabilmente è un'utopia, ma sostiene che per poter trovare non si deve mai smettere di cercare.